Jung parla dell’importanza di vivere realmente la vita, nella vita
Ciò che conta è esistere, ed è più raro di quello che si creda. Avere un compito quotidiano e svolgerlo bene; e nello stesso tempo prestare attenzione a ciò che avviene dentro di noi, oltre che all’esterno, essere coscienti della vita in tutte le sue forme, in tutte le sue espressioni. Seguire le grandi regole, ma anche dare libero corso agli aspetti meno conosciuti del nostro essere. Jung 1959
Jung ricalca con toni molto forti l’importanza di realizzare il proprio germe di vita, la propria individualità in questo mondo, pena l’irrealizzazione e un carico psichico irredento che lasciamo al mondo e ai chi discende da noi.
L’importanza della vita umana come possibilità di essere e diventare chi si è
«C’è una cosa sola al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare. Se dimenticate tutto il resto, ma non questo, non c’è da preoccuparsi; se invece ricordate tutto ma dimenticate questo, allora non avete fatto niente nella vostra vita. È come se un re vi avesse mandato in qualche paese a eseguire un compito, e voi faceste mille altri servizi, ma non quello che vi ha mandato a compiere. Dunque gli esseri umani vengono al mondo per realizzare una particolare opera. Quell’opera è lo scopo, ciascuno specifico per ogni persona. Se non la compi è come se una spada indiana di valore incalcolabile venisse usata per affettare carne putrefatta.»
(Jalal ‘uddin RUMI – poeta persiano)
C’è una quantità di persone che non sono ancora nate. Sembra che siano qui e che camminano ma, di fatto, non sono ancora nate perché si trovano al di là di un muro di vetro, sono ancora nell’utero.
Sono nel mondo soltanto provvisoriamente e non hanno ancora creato un collegamento con questo mondo; sono sospesi per aria, sono nevrotici che vivono una vita provvisoria.
Questa, vedete, è la vita provvisoria: una vita condizionata, nascere alla vita creativa è importantissimo; si deve venire in questo mondo, altrimenti non si può realizzare il Sè e fallisce lo scopo di questo mondo.
Vedete, è di un’importanza assoluta essere in questo mondo, realizzare davvero il proprio germe di vita che si è, altrimenti non si può mai mettere in moto l’energia e non è successo nulla, e vivere diviene un’esperienza priva di valore.
Si deve credere in questo mondo, mettere radici, fare del proprio meglio, anche se bisogna credere alle cose più assurde.
Si deve infatti lasciare qualche traccia di sé in questo mondo, che certifichi che siamo stati qui, che qualcosa è successo.
Se non accade nulla del genere, non ci si sarà realizzati; il germe di vita è caduto, per così dire, in uno spesso strato d’aria che lo ha tenuto sospeso. Non ha mai toccato il suolo, e quindi non ha potuto produrre la pianta.
Se invece si entra in contatto con la realtà in cui si vive, vi si rimane per diversi decenni e si lascia la propria impronta, allora può avviarsi il processo di individuazione e di realizzazione di sé.